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Viterbo. In nome dell’arte “dei cappuccini”.



Un successo che ha sorpreso anche gli organizzatori quello della mostra allestita nel salone del Conclave del Palazzo dei Papi a Viterbo, dal 25 settembre al 7 novembre, su “I cappuccini nella Tuscia, 1535-1779. Frati pittori e opere d’arte per le chiese cappuccine”. Si calcola che i visitatori siano stati oltre seimila, concentrati, per lo più, a fine settimana. Molto apprezzata l’opera dei restauratori Bruno Marocchini e Rossano Pizzinelli, che hanno “rivelato” lo splendore di tele spesso deteriorate dal tempo e dalla mancanza di una adeguata conservazione. Alto il numero delle persone che hanno chiesto il volume-catalogo per essere guidati dallo storico dell’arte Ricci Fulvio e dai critici dell’arte Felini Giorgio e Giannino Tiziani, alla fruizione delle opere esposte. Anche le amministrazioni locali hanno favorito al meglio l’affluenza del pubblico e delle scolaresche ai Seminari che si sono tenuti nei singoli Comuni nei quali sono o sono stati i cappuccini. La promozione turistica “Itinerari cappuccini della Tuscia”, ha offerto l’opportunità di visitare non soltanto i luoghi dei cappuccini, ma anche il paese e l’ambiente nei quali i frati francescani si sono inseriti in armonia con la cultura e la fede della gente. Particolarmente significativa l’attenzione riservata alla mostra e alle iniziative collaterali dai mass media. Nei vari Seminari di studio è stato ricorrente l’interrogativo se esista un’arte cappuccina e, se sì, quali sarebbero le sue coordinate espressive e conoscitive. Anche per questo la Soprintendenza e gli organizzatori dell’’iniziativa culturale viterbese stanno ipotizzando di allargare il raggio degli interessi ad altri settori della cultura cappuccinesca, come l’artigianato, l’architettura, l’ambiente naturale in cui sono immersi i luoghi. Si è formulata l’ipotesi di fare un percorso simile per la Provincia di Rieti, prendendo in considerazione non soltanto i cappuccini, ma anche i Santuari francescani della “Valle Santa”.